martedì 4 marzo 2008

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A volte anche le degne persone prendono abbagli. E tale consideriamo Salvatore Calleri,  Presidente della Fondazione Caponnetto. L'incipit del suo articoletto su Il Firenze del 27 febbraio fa ben sperare: la bici è un grosso contributo contro inquinamento, traffico invasivo etc.
Ed ecco però la requisitoria contro le pagliuzze e non contro le travi nell'occhio della vivibilità di Firenze.

Il ciclista, per sua natura, si muove in modo simile ad un pedone. Ed è altrettanto disciplinato o indisciplinato. Tutti e due causano rarissimamente danni ad altri, casomai sono vittime dell'invasivo traffico auto-centrico,  responsabile di circa 6000 morti l'anno, valanghe di feriti, invalidità, drammi familiari, costi sociali etc.
Ma dove trova Calleri queste "frequenti incidenti" in cui un ciclista causa danni a qualcun'altro? La tipologia è praticamente inesistente, nelle statistiche  e a senso comune.
Contromano: ma lo sa Calleri che in tutta Europa ormai gran parte delle strade a senso unico consentono il transito bidirezionale alle bici? E' possibile anche in Italia, la segnaletica esiste, e sarebbe l'ora di installarla: per es. in via Gioberti, per citare il suo esempio. Lo spazio manca? No, è occupato dalla sosta (spesso abusiva), se ne è accorto? Ancora meglio sarebbe la pedonalizzazione, che consente automaticamente il legittimo transito dei ciclisti. Si verrebbe a creare una direttrice da p.za Alberti, passando per Borgo La Croce, fino a p.za Indipendenza - guarda caso rendendo legittima la convivenza pacifica fra pedoni e ciclisti già praticata per es. sotto la porta di piazza Beccaria.

E diciamolo chiaramente: fuori posto, in centro e altrove, sono le valanghe di lamiere puzzolenti, non le bici (anche controsenso, con buonsenso).

Problemi assicurativi? Con modesti 15 euro l'anno i soci di Fiab-Firenzeinbici godono della copertura RC per ciclisti. Ti aspettiamo fra noi, Salvatore Calleri, ti troverai meglio che con i parcheggiatori-da-marciapiede e i cacciatori di pedoni e ciclisti.
Su molte cose poi ci troviamo d'accordo: le associazioni Fiab fanno periodicamente campagne per la sicurezza in bici (freni, luci ...). E poichè il pericolo maggiore viene dai pirati motorizzati, che spesso neanche ci vedono di striscio, ai nostri soci diamo un gilet ad alta visibilità, da indossare quando pedalano. A Calleri ne regaliamo uno.

VP

Sullo stesso tema un nostro recente articolo dal titolo "ciclista= pirata della strada?"



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