Regolamento di Polizia Municipale: come è andata alle bici

Sull'articolo che prevedeva praticamente il divieto di legare o appoggiare le bici a qualsiasi cosa non fosse una rastrelliere abbiamo dato battaglia  (clicca) a vari livelli: media, istituzioni, audizione alle commissioni consiliari etc.

Il risultato è che il testo approvato, riportato sotto, limita molto la follìa iniziale:

comma 4 : E' proibito altresì collocare, appoggiare, legare i velocipedi su: barriere di protezione di monumenti, altri elementi di arredo urbano qualora rechi [o rechino] intralcio alla circolazione pedonale e carrabile, altri manufatti prospicienti immobili di rilevante valore architettonico, salvo nei luoghi espressamente consentiti

Come è noto la nostra richiesta, per niente massimalista, era la cancellazione del comma sui velocipedi. Ma vediamo i vari passi, uno per uno.

Prima della cura (cioè il testo originario nella sua piena follìa):

art.4  Prevenzione dei danneggiamenti

3. E’ comunque proibito collocare su muri, lampioni, recinzioni o altri manufatti, lucchetti od oggetti di ricordo, fotografie, manifesti, scritti e disegni, striscioni e simili, velocipedi anche appoggiati o legati, tranne nei casi espressamente autorizzati.

La sanzione prevista, da 80 a 500 euro (art 42) andava probabilmente a sommarsi alla "normale multa", solo per le bici e non per le auto o i furgoni, come illustrato nella foto. Nel vecchio Regolamento non c'era nulla del genere, quindi peggioramento netto.

Dopo la cura della Commissione Consiliare Ambiente e Trasporti:

E' proibito altresì collocare, appoggiare, legare i velocipedi su: barriere di protezione di monumenti, altri elementi di arredo urbano o manufatti prospicienti immobili di rilevante valore architettonico, salvo nei luoghi espressamente consentiti.

Ma la malattia è seria, ed la nomenklatura insiste in formulazioni con cui si torna al divieto praticamente sempre, e con una pericolosa discrezionalità (=arbitrio) per rimozioni e sanzioni.
 
Il risultato finale, frutto di compromesso e negoziati, limita i danni ed è leggermente peggiorativo rispetto alla versione votata dalla VI commissione. Ci si domanda il motivo di tanto accanimento sulle bici. Evidentemente la bischerata della formulazione iniziale, ben illustrata dalla foto, non era una semplice svista
 
Vedremo come sarà la prassi, ma date le premesse abbiamo il fondato timore che la discrezionalità si trasformerà in arbitrio, e che la la regola del "due pesi e due misure" continuerà a trovare applicazione coerente secondo la filosofia del mondo alla rovescia dell'assessore Cioni e del Comando dei Vigili. 
 
Cioni contro le bici

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