mercoledì 20 aprile 2022
Per cambiare le città non basta un casco
Errare è umano, perseverare è diabolico.
Ancor più dopo aver letto le motivazioni della sentenza,
stentiamo a credere nell'ostinazione dell'amministrazione fiorentina, che
sembra voler porre al centro della battaglia per la sicurezza stradale
l'obbligo del casco per i monopattini.
La nostra posizione è nota: il casco è più che utile,
l'obbligo è invece solo "disincentivante", come ha scritto il TAR
stesso nel riconoscere l'interesse ad agire dei ricorrenti (le società di
sharing).
La sicurezza stradale, secondo FIAB e nei paesi al passo con
i tempi, si fa mettendo in sicurezza gli attraversamenti, riducendo le sezioni
stradali, moderando la velocità dei mezzi a motore e mettendo in atto tutte
quelle misure che favoriscano la mobilità leggera negli spostamenti quotidiani.
È invece urgente applicare quelle novità presenti nel Codice
della Strada da oltre un anno a cui tante città già ricorrono: strade
scolastiche, case avanzate ai semafori, una rete capillare di corsie ciclabili
per evidenziare gli utenti vulnerabili della strada. Un pedone, una persona in
bicicletta o in monopattino, di fronte all'urto con un mezzo da oltre una
tonnellata che si muove a 50 km/h ha infatti poche possibilità di
sopravvivenza. La soluzione non è corazzare gli utenti della strada, ma ridurre
gli incidenti.
L’associazione FIAB Firenze Ciclabile consiglia fortemente
all'amministrazione di focalizzare le proprie energie sulla messa in sicurezza
delle strade e sull'educazione ai comportamenti corretti (compreso l’uso del
casco), piuttosto che su una battaglia mediatica che ha già dimostrato per ben
due volte di non avere alcun fondamento giuridico.
Come associazione ambientalista riteniamo che ogni mezzo che
possa eliminare un mezzo a motore pericoloso e inquinante dalle strade sia da
incentivare, ma che come ogni novità debba essere "digerita" dalla
popolazione: non occorrono quindi crociate, ma campagne di educazione all'uso
(come già fatto da altre amministrazioni comunali), sanzioni contro i
comportamenti pericolosi e un disegno degli spazi urbani che elevi la sicurezza
di tutti.
La campagna sul casco distrae invece dal vero problema,
l’abuso delle auto, cercando di convincere la popolazione dell'ineluttabilità
degli incidenti. Le città sicure e a misura di persona si fanno con scelte
anche inizialmente impopolari (sanzioni, controlli della velocità, riduzione dello
spazio urbano destinato alle auto). Sul lungo periodo termine tali scelte
rivoluzionano davvero le città, in meglio per tutti. Ostinarsi in battaglie
legali di poco successo contribuisce solo a individuare un capro espiatorio,
mentre la strage continua, sulle strade e nei nostri polmoni.