mercoledì 18 aprile 2018
Incidente mortale: viali come autostrade, ripensare modello mobilità
Oggi i viali di circonvallazione di Firenze si sono
nuovamente macchiati di sangue; quello di un ciclista che, alle prime luci del
giorno, è stato investito ed ucciso da un furgone. Un tragico evento che ha
profondamente colpito la comunità dei ciclisti fiorentini, tanto che è già
partito su Facebook il tam tam per organizzare un sit-in sul luogo, nel tardo
pomeriggio di domani 19 aprile.
L'associazione FIAB Firenze Ciclabile evidenzia
come questo ennesimo incidente ponga sotto gli occhi di tutti l'assurdità del
modello di mobilità di Firenze, basato sull'utilizzo del mezzo privato a
motore. I viali di circonvallazione sono un'autostrada a tre corsie piazzata
nel mezzo della città: un'autostrada che di notte si trasforma spesso e
volentieri in un circuito di formula uno, mentre di giorno è perennemente
intasata perché le auto sono troppe, e le tre corsie comunque non bastano.
"Dobbiamo dire basta e dobbiamo pretendere
alternative - dice Luca Polverini, presidente di FIAB Firenze Ciclabile - E non
dobbiamo farlo solo noi ciclisti, ma tutti i cittadini; perché oggi,
tragicamente, è ancora più evidente che è necessario cambiare pagina. Servono
più mezzi pubblici, più piste ciclabili, maggiore integrazione modale e,
soprattutto, più sicurezza per tutti. Per questo motivo anche noi, insieme a
moltissimi soggetti della società civile, parteciperemo alla Bicifestazione che
si svolgerà il 28 aprile a Roma. Del resto, la nostra associazione si batte da
anni per avere piste ciclabili di qualità, in buono stato di manutenzione e debitamente segnalate. Invitiamo quindi i
ciclisti, anche quelli sportivi, ad utilizzarle, soprattutto dove la qualità
dei percorsi è già buona, per quanto migliorabile, come sui viali di
circonvallazione"
"Ci sembra inutile soffermarci sulla dinamica
dell'incidente - conclude Luca Polverini - è vero che su quel tratto di viale
esiste una pista ciclabile, ma è anche vero che proprio in quel punto ci sono
cartelli che ne annunciano la chiusura e, al solito, non prevedono alcuna
alternativa per i ciclisti; cosa che è contraria a quanto la stessa amministrazione comunale
si era impegnata di fare: in caso di deviazioni, che sia sempre prevista l’alternativa.
Una persona è morta; ed ancora una volta, è stato l'utente della strada più
debole a fare le spese di una situazione che, in buona parte, è determinata
dalla non capacità dell'amministrazione di rendere sicure le nostre
strade."