mercoledì 11 aprile 2007

L'associazione FirenzeInBici ONLUS ha presentato ieri le proprie osservazioni al PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano), che sta effettuando il proprio percorso di approvazione: il piano è stato votato dal Consiglio Comunale lo scorso 16 dicembre, è adesso nella fase delle osservazioni, che dovevano essere presentate entro il 10 aprile 2007, che porteranno alla versione definitiva con  un ulteriore passaggio in consiglio comunale per l'adozione ufficiale.

Molti punti del PGTU interessano da vicino quanti usano, o potrebbero essere invogliati all'uso della bicicletta per i loro spostamenti in città. La maggior parte di essi richiedono un modesto impegno progettuale e risorse più che contenute per la loro attuazione. Si tratta di piccoli interventi, la revisione della segnaletica, il varo di un piano di accesso e sosta ciclabile adatto alle esigenze (fermate dei mezzi pubblici, edifici pubblici, scambiatori e luoghi attrattori di pubblico ed in genere ovunque si possa sostare con i motorini), realizzato con l'impiego di rastrelliere idonee all'uso e di ricoveri al coperto ovunque possibile, la creazione di un certo numero di direttrici di traffico ciclistico da e verso il centro storico. Tutte queste cose sono previste. Ma non viene indicata la data per la loro realizzazione. A noi che da anni le attendiamo, le promesse del Piano non forniscono grande conforto. Avvertiamo piuttosto la sensazione che l'AC, pur ammettendo (nell'introduzione) di non essere in grado di praticare una politica metropolitana del traffico (e questo è a nostro avviso il limite più grave del Piano stesso) tenga fisso lo sguardo su una Firenze che sarà e si disponga a realizzare solo misure che risultino operativamente funzionali ad un adombrato quadro definitivo, quando tutti i lavori saranno ultimati, trascurando e rimandando le cose che, con poco sforzo, sarebbero molto utili oggi, e pazienza se dovrà essere posta una rastrelliera dove forse fra un anno passeranno le rotaie del tram. Queste considerazioni sono a nostro avviso già sufficienti a confermare come

Anche in questo piano, benché la ricerca di un'alternativa ecologica al trasporto delle persone sia diventata in tante parti del mondo uno dei problemi del secolo, il ricorso alla risorsa bicicletta venga trattato come un espediente di modesto respiro, al massimo come un elemento di contorno. Non si spiega infatti altrimenti come mai l'AC, che pur riconosce nel mezzo privato motorizzato il fattore da contenere, se non da eliminare, non provveda ad assegnare ad esso, sul territorio comunale, un rango subordinato non soltanto rispetto ai mezzi pubblici, ma anche alle biciclette, come avviene pacificamente in molti paesi vicini a noi.

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