martedì 19 dicembre 2006
«Sospensione immediata della rimozione delle biciclette 'non relitti' e 'non
abbandonate' da parte della polizia municipale, in attesa dell'installazione di
un numero consistente di rastrelliere nelle strade del centro storico e di un
piano della sosta bici». Questa la richiesta avanzata, in un ordine del giorno,
da Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo, e da Anna
Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista.
«Sono ancora frequenti e
ricorrenti le rimozioni forzate di centinaia biciclette nel centro storico
specialmente nell'area di Piazza Stazione, da parte della Polizia Municipale -
si legge nel documento - le bici rimosse non sono 'relitti' e neppure veicoli
'abbandonati' ma sono spesso mezzi perfettamente funzionanti e parcheggiati e
allucchettati a transenne e a ringhiere lungo i marciapiedi, in assenza e in
mancanza di apposite e sufficienti rastrelliere».
Le due capogruppo spiegano
che «il recupero e ritiro delle biciclette rimosse presso la Depositeria
Comunale del Lotto Zero comportano spese dei privati fino a 170 euro e spesso
superiori al valore stesso degli stessi velocipedi con inevitabile non ritiro da
parte dei legittimi proprietari».
«Con la rimozione si attua l'oggettiva
'eliminazione' di centinaia di mezzi e di ciclisti dalla strada riconvertiti
magari all'uso dell'automobile - si sottolinea nell'ordine del giorno -
contribuendo all'inquinamento atmosferico e all'ingorgo stradale. Nel marzo
scorso è stata disposta la rimozione delle rastrelliere da via Alamanni per
l'allargamento del cantiere della tramvia nei pressi della Stazione S.M.Novella,
con la conseguenza di continue rimozioni delle bici allucchettate alle
transenne, che hanno sostutito le rastrelliere - hanno concluso Ornella De Zordo
e Anna Nocentini - si devono collocare nuove rastrelliere temporanee nei pressi
della Stazione S.M.Novella, lato via Alamanni, in attesa di un effettivo
allargamento dei cantieri della tramvia con l'occupazione dello spazio occupato
dalle precedenti rastrelliere».