martedì 7 luglio 2015

Siamo andati a documentare il nuovo tratto di pista ciclabile di via Perfetti Ricasoli, che prolunga la pista esistente, che si fermava all'incrocio con via Fanfani, portandola a poche centinaia di metri dal sottopasso ferroviario. Abbiamo percorso la pista provenendo da viale XI agosto in direzione Nuovo Pignone.


Arrivando da viale XI agosto la pista inizia sulla nostra destra, con quello che sembra un percorso unidirezionale di adduzione alla pista ciclabile vera e propria, collocata sul lato opposto della strada. Questo breve tratto ci è sembrato molto utile, dal momento che consente al ciclista di attraversare la strada in sicurezza (con attraversamento ciclabile). Sarebbe anzi utile replicare questo intervento in altre parti della città: ad esempio in Lungarno della Zecca Vecchia il ciclista che viene dal Centro deve effettuare una manovra piuttosto pericolosa per raggiungere la pista ciclabile. Un attraversamento ciclabile, dotato di percorso di adduzione, risolverebbe il problema (almeno nella misura in cui gli automobilisti sanno riconoscere un attraversamento ciclabile quando ne vedono uno, ma questo è un altro discorso).

E' chiaro che se questo percorso non fosse solo un tratto di adduzione, ma anzi il presupposto per continuare la pista sull'altro lato della strada, il giudizio sarebbe assai meno favorevole.


Arrivati all'incrocio con via Policarpo la pista costringe il ciclista ad una S molto fastidiosa. Immaginiamo che l'intento dei progettisti fosse, al contempo, costringere i ciclisti a rallentare e fornire alle auto un posto dove arrestarsi per la svolta, che non fosse sull'attraversamento. Tuttavia questa S spezza le rettilineità del percorso. Se fosse stata fatto la stessa cosa ad ogni incrocio della pista dei viali di circonvallazione, nessun ciclista la utilizzerebbe. Questo è un esempio di come non devono essere fatte le cose. I ciclisti sono perfettamente in grado di rallentare prima degli incroci, guardare a destra e sinistra prima di attraversare, eventualmente aggirare veicoli fermi allo stop segnalando la propria presenza con il trillo del campanello. Non si tratta di buona creanza o altro: semplice istinto di sopravvivenza nel traffico, che possiamo dare per acquisito da qualsiasi ciclista.


La pista ha sottratto una corsia alla sosta (quella lato spartitraffico) ed è quindi uno dei rari interventi, in città, in cui si è levato posto alle auto per darlo alla "mobilità nuova". Decisamente un punto a favore. 

In questo tratto la pista continua perfettamente rettilinea e molto scorrevole fino a...


... fino alla fermata dell'autobus. La chicane serve ad evitare che i ciclisti falcino i passeggeri in discesa dal bus, ma lo stesso risultato avrebbe potuto essere raggiunto, con una piccola spesa aggiuntiva, creando un prolungamento del marciapiede, in celeste nella simulazione che segue:


In questo modo si sarebbe anche evitata la sosta abusiva in corrispondenza della fermata del bus.


Continuando si va... a sbattere contro una casa. Il rudere di via Perfetti Ricasoli sta ancora lì in piedi, nonostante gli accidenti che si becca ogni giorno (al suo interno è presente un affresco che lo rende vincolato dalla sovrintendenza, per cui non è possibile abbatterlo; tuttavia non si può nemmeno costringere la proprietà al restauro. Ergo,.. non resta che aspettare che venga giù da sé).

Il passaggio per pedoni e ciclisti è lo stretto viottolo sulla sinistra.


Usciti dal passaggio è molto difficile capire dove prosegue la pista.


Andando avanti si nota uno sbiadito attraversamento ciclopedonale che porta sull'altro lato della strada.


La foto sopra è fatta voltandosi indietro. Anche per chi va in direzione di viale XI Agosto  è arduo capire che, dopo, il percorso continua. Basterebbe una semplice freccia per spiegare tutto...


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