lunedì 6 febbraio 2006

Sala incontri strapiena, sabato scorso a Palazzo Vecchio, per l'assemblea-incontro sulla mobilità promossa da Verdi, Pdci, Rifondazione Comunista, Unaltracittà/unaltromondo.

È emerso chiaramente come una parte della sinistra e del mondo dell'associazionismo contesti alcune scelte strategiche di fondo sull'urbanistica, scelte che si riverberano poi sulla mobilità e quindi sull'impatto ambientale. Ad esempio, il nuovo centro residenziale previsto a Castello sarà certamente un polo attrattore di traffico, per il quale pare che non siano state pensate soluzioni adeguate. Riguardo alla politica sulla mobilità in senso stretto, i punti dolenti maggiormente denunciati e sui quali si è registrato un consenso unanime sono stati:

(a) il no senza se e senza ma al famigerato tubone, la circonvallazione nord in galleria sotto la collina di Fiesole. Cartina di tornasole di una sensibilità ambientalista prossimo allo zero, serveribbe solo a dirottare centinaia di miliardi su un intervento a favore del trasporto privato piuttosto che su quello pubblico o ciclistico o pedonale

(b) la grave minaccia rappresentata dal by pass del Galluzzo, che porterà nella già intasata area delle Due Strade una mole gigantesca di auto, a cui si unirà quella altrettanto gigantesca che si recherà ogni giorno al prossimo (ed ennesimo) centro commerciale Esselunga, previsto proprio in quell'area.

(c) Il sottoattraversamento della linea ferroviaria alta velocità con conseguente liberazione dei binari di superificie per i treni regionali ad alcuni sembra una colossale presa di giro, visto che ci sono studi che dimostrebbero come lo stesso risultato si sarebbe potuto ottenere con dei semplici ed infinitamente meno costosi interventi di aggiunta di binari un superifice.

(d) In materia di provvedimenti antismog, appare assolutamente centrale il rilancio del piano del traffico merci, che serviva a razionalizzare il trasporto delle merci, grazie all'uso di mezzi elettrici ed ad un piano di orari e di coordinamento su tutta l'area fiorentina; a suo tempo progettato dal Comune è poi finito nel nulla. La necessità nasce dalla considerazione che i mezzi diesel commerciali sono atualmente i maggiori inquinanti.

(e) la folle politica della sosta: parcheggi creati entro la cinta muraria, in modo da attrarre il traffico; parcheggi che avrebbero dovuto ospitare 500 auto e che invece, a causa del deserto di collegamenti, ne ospitano a malapena 50 (quello alla Fortezza, costato centinaia di migliaia di euro); parcheggi scambiatori che falliscono in modo matematico perché privi di collegamenti e di una vera campagna informativa (Castello ed il Warner Village).

(f) Altra richiesta condivisa è stata il rilancio dell'ATAF attraverso la realizzazione di un vero piano delle busvie protette, in modo da garantire tempi certi di percorribilità (aumentare la velocità commerciale media dell'ATAF di un solo chilometro orario, comporta il risparmio di due milioni di euro l'anno).

Sul fronte della mobilità ciclistica, ha partecipato all'incontro anche il presidente dell'Associazione FirenzeInBici ONLUS, Giovanni Lopes Pegna, che ha chiesto, fra le altre cose, maggiore attenzione ai soggetti deboli della strada (ciclisti e pedoni) nella progettazione della mobilità, un maggiore impegno sul profilo della sosta per le biciclette, e soprattutto maggiore presenza dei vigili urbani. Difatti, la qualità della vita migliorerebbe notevolmente se solo fossero fatte rispettare le regole che già esistono (aree pedonali invase della auto e via dicendo).

Sullo stesso tono l'intervento di Alessio Papini, del WWF, che ha messo in evidenza come nessuno si dichiari contro la mobilità ciclistica e pedonale, ma che poi, nei fatti, ben pochi si muovano concretamente per favorirla.


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