mercoledì 29 giugno 2011
Sulla scia delle pedonalizzazioni il nostro attivo socio Patrizio
fa 
alcune osservazioni e proposte costruttive sulla circolazione delle 
biciclette da e verso le nuove zone pedonali. 
Ecco qua sotto la 
lettera e nel riquadro a destra i commenti che con il suo stile ironico 
Patrizio aveva inserito sul nostro blog.
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Alla c. a. del
 Direttore nuove infrastrutture e mobilità
e, p.c.
al Sindaco
all’Assessore alla mobilità
al Consigliere per la bicicletta
alla redazione fiorentina di Repubblica
agli amici ciclisti di Firenzeinbici
Egregio Direttore,
per
 evitare fraintendimenti vorrei puntualizzare che sono contento di 
queste e delle altre pedonalizzazioni. Mi piace una città più vivibile e
 silenziosa e sono contento di quanto sta facendo l’amministrazione in 
questo campo.
Andiamo però in profondità, perché la vita è fatta di dettagli.
Di
 primo acchito, una pedonalizzazione dovrebbe essere un vantaggio anche 
per chi va in bici: è stato così per piazza Duomo, ma purtroppo stavolta
 è andata male.
Capisco che su un tessuto delicato e complesso come 
quello del centro storico cittadino sia necessario usare il bisturi, ma 
per chi si muove in bici è stata usata la mazza ferrata.
Non sono un estremista: l’ha già accennato un
 quotidiano cittadino, e senza neanche affondare troppo il coltello nella piaga. Vediamo.
Ponte
 Santa Trinita, lungarno Corsini e ponte alla Carraia: le ciclabili 
esistenti erano a doppio senso e qualcuno ha pensato di trasformarle a 
senso unico. Non erano a norma, è stato detto, ma se proprio vogliamo 
fare i precisini non lo erano nemmeno prima, senza considerare che 
queste piste, a doppio senso, con l’attuale sistemazione del traffico 
sarebbero più sicure di prima.
Altro elemento di forte disagio è 
trovare un’uscita dal centro per andare in direzione piazza V. Veneto: è
 bello arrivare nella piazza più bella del mondo, posso fare dei giri 
intorno ai monumenti e godermi i marmi scolpiti, il passeggio dei 
turisti e i piccioni che svolazzano… ma ad una certa ora bisogna pur 
tornare a casa a preparare la cena, e per andare verso le Cascine, 
Isolotto, Soffiano, il Pignone e così via senza fare infrazioni l’unica 
strada praticabile è
 percorrere via Cerretani, attraversare quell’incrocio pericolosissimo 
con via Panzani-Banchi-Rondinelli, arrivare in piazza S. M. Novella e da
 lì prendere il lungarno Vespucci o borgo Ognissanti: c’è a disposizione
 un’area pedonale nuova di zecca ed è inutilizzabile per tornare a casa:
 c’è qualcosa che non torna, no?
Infine, non ho ancora capito come 
fare ad andare da ovest ad est passando sui lungarni: d’ora in poi sarà 
necessario passare in mezzo ai turisti?
Per natura sono un tipo 
piuttosto concreto, quindi voglio dare alcune indicazioni per migliorare
 la vita di chi va in bici e, soprattutto, invogliare qualcun altro a 
cominciare a pedalare.
C'è quindi da fare adesso:
1.    
ripristino del doppio senso di marcia sulle tre ciclabili del lungarno 
Corsini, ponte Santa Trinita e ponte alla Carraia. Tre-quattro cartelli 
ben posizionati possono bastare;
2.    migliorare l’uscita dei
 ciclisti dall’area pedonale del Duomo verso via Cerretani, togliendo la
 catena corta tra i pilastrini di ghisa (lato sinistro per chi va verso 
via Cerretani);
3.    trasformare via Porta Rossa, nel tratto Tornabuoni-Davanzati, da senso unico a doppio senso.
Da fare quanto prima:
1.    inserire i pilomat tra l’area pedonale del Duomo e via Cerretani;
2.    inserire i cordoli nelle tre piste ciclabili dette prima;
3.   
 consentire ai ciclisti il transito contromano in via Guicciardini 
(siamo o non siamo in area pedonale?), con obbligo di dare la precedenza
 ai bus.
4.    creare finalmente una pista in sede propria sul 
lungarno Vespucci nel tratto ponte Vespucci-ponte alla Carraia, 
istituendo il senso unico per le auto in direzione centro. Si andrebbe 
così ad eliminare la problematicità di una soluzione bizzarra che 
mescola pedoni e ciclisti su un
 marciapiede verniciato di rosso.
Tutte queste piccole 
indicazioni servono a migliorare l’invisibile vita dei ciclisti, perché,
 l'ho già detto, la vita è fatta di dettagli.
Aspetto con 
fiducia, insieme agli altri 19.999 quotidiani colleghi pedalatori, la 
“limatura” necessaria a rimettere a posto le cose e farci percorrere il 
tragitto casa-ufficio (o scuola) più bello del mondo.
I link al Blog:
Bella (e impossibile?)
L'Assessore al Buonumore 40
