venerdì 5 novembre 2010

Ieri, 4 novembre, il comandante dei Vigili Urbani era convocato in Palazzo Vecchio dalla Commissione VI per un’audizione sul tema “mobilità ciclabile”.
La prima notizia è che il Comandante Ancillotti non si è presentato ma ha inviato un suo autorevole rappresentante. Presenti invece, oltre al consigliere del Sindaco per la ciclabilità Giampiero Gallo, presidente e vicepresidente della Commissione (Cruccolini e De Zordo) e consiglieri sia della maggioranza che dell'opposizione di destra e di sinistra.
Tema caldo erano le massicce rimozioni di bici: 1600 dall'inizio dell'anno a fronte di circa 150 recuperi, con conseguente saturazione della depositeria comunale e ovvio danno alle casse comunali; in calce all’articolo abbiamo provato a fare un veloce calcolo.
Molto interessante un passaggio dell'esimio rappresentante dei Vigili: le azioni di rimozione vengono fatte con criteri di produttività, ovvero con il maggior numero possibile di bici da eliminare dalla circolazione. Evidentemente c’è un nuovo significato del termine “produttività”: causare costi più alti possibile alle casse comunali, con scarsissime possibilità di recupero. Che sia una nuova teoria economica, così avanzata da risultare incomprensibile ai più?
Interessante anche l'affermazione che non ci si muove per singole segnalazioni di grave intralcio ("per una bici no"), ma solo in modo massiccio, indipendentemente dall'entità reale del disagio, dalla presenza o meno di alternative, e ovviamente dalla carognata che le rimozioni fanno ai virtuosi cittadini che si muovono in bicicletta, in modo benefico per tutti.
Non solo: siamo venuti a sapere che non vengono più applicate le fascette di avviso delle rimozioni bici, per decisione non della Polizia Municipale (e di chi? lo vorremmo sapere ...). Esilarante ma significativa la motivazione: con il preavviso si trovano cittadini infuriati che si oppongono alle rimozioni, quindi meglio farlo zitti zitti, in modalità attacco di sopresa, "scappa e fuggi". Non sia mai che, avvisando, ci si trovino meno bici: la “produttività” ne risentirebbe!
Alzata di spalle alla constazione espressa in Commissione  che le rimozioni sono del tutto inefficaci: ove effettuate dopo pochi giorni la situazione torna la stessa di prima, in mancanza di rastrelliere e valide alternative di sosta. E per fortuna, vuol dire che, nonostante le persecuzioni, migliaia di fiorentini continuano ad usare la bici invece dell'auto e del motorino e non recedono facilmente dall'invito che sembra venire dall'eroico Comando della Polizia Municipale: "abbozzala con la bici, vai in macchina come la gente normale, parcheggia dove e come ti pare, e vedrai che non ti succederà nulla".
Grazie, vigili!

(per un precedente ringraziamento vedi qui)



(*) ipotizzando che le 1.600 rimozioni siano avvenute in circa 50 azioni in media su 30-35 bici si va a calcolare il costo per:
- camion con operai SAS, circa 2 ore (90 €/ora x 2 =180 , più impiego del mezzo)
- Vigili impegnati, (generalmente 3 per ogni azione), circa 2 ore (90/ora € x 3 x 2 = 540 €)

Considerando altri fattori di spesa a monte, in corso e a valle delle singole operazioni, il costo effettivo dell'intervento è ipotizzabile in non meno di 1000 euro ciascuno, quindi un totale di almeno 50.000 euro fino ad oggi, nel 2010.
Dedotti i modestissimi recuperi in multe, circa 150 casi con incasso intorno ai 90 euro (multa 78 e quota deposito 11 euro), in totale circa 13.500 euro, si arriva ad una perdita netta di almeno 36.000 euro, oltre ai costi di gestione magazzinaggio etc. Con 36.000 euro si installano circa 350 archetti, pari a 700 posti bici in rastrelliera.


 


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