venerdì 27 giugno 2003
Il consigliere Erasmo D'Angelis ha presentato lunedì scorso una proposta di legge regioanle per la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto.
La proposta di legge, in coerenza con i principi indicati dalla legge (nazionale)
n. 366 del 19 ottobre 1998, promuove la diffusione
sul territorio regionale della bicicletta quale mezzo di trasporto
alternativo ai mezzi motorizzati. Lo strumento prescelto è prevalentemente il
sostegno finanziario all'attuazione di specifici interventi. Per il primo anno sono previsti 2 milioni di euro.
La legge prevede che, ogni anno, sia predisposto un piano regionale per la mobilità
ciclistica; all'interno del piano sono definiti anche criteri e modalità per l'erogazione dei contributi per l'attuazione degli interventi.
A seguire riportiamo la relazione introduttiva della legge:
RELAZIONE
Il presente progetto di legge intende promuovere su tutto il territorio
regionale l'uso della bicicletta quale mezzo di trasporto alternativo
ai mezzi motorizzati.
In sede parlamentare con la legge n. 208/91e la legge n. 366/98, la
materia è stata trattata in maniera esaustiva; spetta ora alle regioni
garantire una normativa specifica, di settore, che completi la già
esistente normativa di principio.
La Toscana, rispetto alla promozione delle due ruote appare in forte
ritardo: essa infatti non compare tra le regioni più prolifere di
progetti sulla viabilità ciclistica, pur avendo approvato nel 2000 un piano
pluriennale per la mobilità ciclistica, in attuazione della stessa
366/98, che ha erogato contributi per circa 750.000 euro quale quota di
cofinanziamento per la realizzazione di interventi da parte degli enti
locali.
A confermare il ritardo della Toscana nella promozione della mobilità
ciclistica ci sono inoltre i materiali preparatori del Piano Regionale
della Mobilità e della Logistica, dai quali emerge come un campione
significativo di cittadini toscani individui come elemento critico della
mobilità la mancanza di piste ciclabili (34% del campione interpellato).
È auspicabile pertanto che anche sul territorio toscano decolli il
modello di trasporto ampiamente consolidato in molti stati europei
(Germania e Olanda, per esempio) e basato sull'uso di mezzi non motorizzati
all'interno di brevi percorsi, compresi all'incirca tra i 5 e 10 Km: è
infatti provato (cfr. documento DG XI Ambiente della Commissione Europea
su "Città in bicicletta", anno 1999) che su un percorso cittadino di
questa lunghezza il tempo di percorrenza più breve è quello impiegato da
una bicicletta.
La Gran Bretagna, per esempio, fino a pochi anni fa del tutto estranea
alla cultura della bicicletta ha, nell'ultimo anno, deciso che
l'emergenza inquinamento andava combattuta con la mobilità ciclabile ed ha
realizzato circa 8000 km di pista ciclabile che attraversano tutto il
Regno Unito.
È opinione comune che lo sviluppo delle infrastrutture del trasporto
ciclabile (intendo con questa dicitura piste ciclabili, percorsi, punti
di scambio intermodale con i vettori di trasporto pubblico, etc)
costituisca una forte spinta all'uso della bicicletta e contribuisca,
soprattutto negli spazi urbani, a decongestionare il traffico motorizzato,
traffico che nelle ore di punta, raggiunge una media oraria di spostamento
pari a 10-5 Km. Il trasporto motorizzato, inoltre, specialmente nelle
città, oltre a produrre un alto consumo energetico ed un consistente
inquinamento atmosferico, abbassa la sicurezza viaria (sempre i materiali
per il Piano della Mobilità e della Logistica individuano nel trasporto
motorizzato, a due e quattro ruoto, privato il settore maggiormente
coinvolto negli incidenti, con percentuali di gran lunga superiori a
biciclette e mezzi di trasporto pubblico) e determina un inevitabile
peggioramento della qualità della vita.
In questo scenario il presente progetto intende migliorare la mobilità
dei centri urbani ed extra urbani promuovendo la realizzazione,
prevalentemente da parte degli enti locali, di una rete ciclabile regionale
quanto più integrata al complesso viario esistente ed in grado di
realizzare un sistema di trasporto intermodale. La finalità è quella di
riconoscere alla bicicletta una doppia valenza: di mezzo ideale per il
turismo escursionistico da un lato, di mezzo di trasporto in grado di
moderare il traffico motorizzato e garantire una mobilità urbana sostenibile
dall'altro.
La proposta di legge s'inserisce nel contesto definito dal documento di
programmazione economico-finanziaria, là dove nell'ambito delle
strategie territoriali si manifesta un impegno preciso della Regione a
sostegno della viabilità e della pianificazione del territorio regionale, e
vuole dare ordinarietà ad una politica di incentivazione e promozione
della mobilità tramite bicicletta altrimenti lasciata troppo a sporadici
interventi programmatori.
Il progetto di legge si rivolge ai soggetti pubblici (Comuni, Province,
Comunità Montane) che, direttamente o in concorso con altri soggetti
pubblici o privati, siano proponenti di progetti di viabilità alternativa
attraverso la realizzazione di reti urbane ed extraurbane di piste,
itinerari ciclabili e infrastrutture ad esse connesse. Tramite la
definizione di un "Piano annuale per la mobilità ciclistica" la regione va ad
erogare a tali soggetti contributi quale forma di cofinanziamento alla
realizzazione di interventi definiti, sulla base delle necessità
espresse dalle autonomie locali, di anno in anno nel rispetto di priorità,
prescrizioni, indicazioni varie.
La PdL elenca le competenze regionali e comunali o provinciali in
materia, disciplina inoltre in dettaglio le tipologie di intervento oggetto
della mobilità ciclistica, sottolineando l'importanza della
realizzazione di parti infrastrutturali (parcheggio e noleggio bici in prossimità
di ferrovie e circuiti metropolitani) che consentano un agile e veloce
utilizzo del veicolo. Essa insiste inoltre sul peso significativo
rivestito da un'azione sinergica condotta con gli enti del trasporto
pubblico (ferroviario e su gomma) per lo sviluppo della cultura delle "due
ruote".
La proposta, inoltre, introduce, con l'articolo 7, una specifica
modifica alla normativa regionale relativa alla programmazione urbanistica
degli enti locali (LR 5/95: Norme per il governo del territorio)
prevedendo l'obbligo per i comuni di inserire, nei propri regolamenti
urbanistici, la rilevazione dell'accessibilità urbana mediante bicicletta agli
edifici pubblici o privati esercenti servizio pubblico, agli impianti
sportivi, alle medie e grandi strutture di vendita e la determinazione
degli interventi finalizzati a garantirla effettivamente, agevolmente ed
in completa sicurezza.
Per l'attuazione della legge è previsto uno stanziamento iniziale di 2
milioni di euro.