venerdì 14 marzo 2003

Un decreto del Ministro dell'Economia, approvato alla fine dello scorso anno, ha cancellato l'importo di 500.000 euro relativo all'annualità del 2002 dello stanziamento complessivo di 1.500.000 euro per il triennio 2002-2004, previsto dalla Legge Finanziaria (n. 448 del 29/12/01) a favore della legge n. 366/98 sulla mobilità ciclistica. Un taglio coerente con le restrizioni operate anche in altri settori, spiegano al Ministero dei Trasporti dove proprio alcuni giorni fa è stata predisposto la bozza di piano di riparto dei finanziamenti che non hanno ancora fatto la stessa fine, vale a dire 1.000.000 di euro del biennio 2003-2004.

"È un accanimento ingiustificato" - tuona invece Luigi Riccardi, Presidente della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e componente il gruppo di lavoro nazionale sulla mobilità ciclistica nato con una delibera CIPE del 2001 e di cui fanno parte le Regioni e i Ministeri alle Infrastrutture e all'Ambiente. "Se si considera che la Finanziaria del 2003 non ha destinato neanche un euro a favore di piste ciclabili, infrastrutture per le biciclette e attività di promozione e comunicazione - prosegue Riccardi - è lecito chiedersi se occorreva andare a togliere come sempre a chi già non ha".

L'attenzione del Governo e del Parlamento verso forme di mobilità realmente ad "emissioni zero" e che favoriscono un ripensamento urbanistico delle città a favore degli utenti non motorizzati e quindi della siciurezza stradale complessiva è veramente scarsa. "È veramente inconcepibile come da un lato si modifica il Codice della Strada, consentendo che le biciclette a pedalata assistita possano essere classificate come "velocipedi", evitando gli obblighi cui sono soggetti i ciclomotori [targa, bollo e assicurazione] e favorendo la diffusione di questi veicoli, e dall'altra - conclude il presidente della FIAB - si fa poco o niente per favorire l'effettiva circolazione sicura delle bici, in questo caso ad energia umana, mortificando regioni, province, comuni e progettisti che credono in un futuro in cui la mobilità ciclistica abbia un ruolo degno di considerazione.


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