Ancora un pessimo clima 17
martedì 31 gennaio 2023 | di Patrizio Suppa
Lo so, non lo dovrei fare, ma ci sono cascato di nuovo: ho letto un articolo che contesta la scientificità del cambiamento climatico. Sapevo che mi sarebbe venuto una sorta di rivoltamento dello stomaco, oltre al dispiacere di aver sprecato 3-4 minuti di vita per omaggiare la libertà di stampa. Nell'articolo il solito repertorio: la modifica del clima indipendente dall'uomo, poi il riscaldamento del sottosuolo terrestre, l'aumento della produzione vegetale grazie alla maggior presenza di CO2, presentazione di libri sul tema e dichiarazioni di scienziati... per arrivare alla nuova “religione”, il climatismo, di cui Greta è la profetessa. La responsabilità umana nel riscaldamento globale è data dalla quasi unanimità del mondo scientifico. Se poi aggiungiamo gli studi fatti da alcune aziende petrolifere già decine di anni fa, mi pare non ci sia molto da discutere. Piuttosto, la mia domanda è un'altra: perché di fronte ad una minaccia incombente e che lascia segni inquietanti (la siccità della scorsa estate, la mancanza di neve fino a pochi giorni fa, alluvioni e burrasche varie, la sofferenza delle coltivazioni) non si avverte l'urgenza di agire?
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