Ancora un pessimo clima 16


E anche questa Cop (27) è finita. Anche stavolta ci sono i rimpianti per quello che non è stato fatto. In effetti mi chiedo come sia possibile che ogni anno ci sia questa conferenza mondiale in cui chi vi partecipa e dovrebbe decidere cosa fare sembra non aver letto o capito quello che gli scienziati hanno scritto nei mesi precedenti nei documenti dei vari organismi dell'Onu. Queste riunioni mi sembrano come certe interrogazioni scolastiche, con il professore che interroga e lo studente che la prende larga, molto larga, larghissima: per esempio, meno del 17% degli stati firmatari degli impegni dell'anno scorso a Glasgow ha presentato un piano credibile di riduzione delle emissioni, oppure il fondo da 100 miliardi l'anno per la transizione dei paesi più poveri non è ancora pervenuto e, proseguendo con questa allegria e spensieratezza, si promette di contenere l'aumento di temperatura entro fine secolo a 1,5 gradi mentre le azioni concrete fanno stimare un aumento di 2,5-2,8 gradi e un grado in più fa molta differenza.
In mezzo al buio, consoliamoci con un passettino in avanti: si è raggiunto un accordo per creare un fondo di compensazione per i danni climatici subiti dai paesi più poveri: è necessario, ma si comincia la costruzione dal tetto, pensando a mettere una pezza alle conseguenze invece che agire sulle cause.
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