La tradizione ecologica 16



Ad un evento sindacale si è parlato di transizione ecologica, con una spaccatura tra gli esponenti del sindacato e quelli delle industrie: il sindacato ha chiesto di rispettare i tempi dettati dalla Commissione europea e di attivare la transizione. La posizione sindacale non era scontata, lo è invece quella industriale, che agita lo spettro di Greta: non possiamo seguire Greta Thunberg, dice qualcuno, anche se guardando i fatti non mi pare che molti le vadano dietro, se non a grande distanza.
Quindi, se per qualcuno la transizione ecologica va rimandata (operazione che da noi mi pare stia riuscendo benissimo), possiamo pensare che per decreto si possa istituire una moratoria sulle alluvioni, le tempeste di vento e lo scioglimento dei ghiacciai.
Curioso il lamento di un produttore di auto: se non cambiano le regole della Ue, finirà la produzione dei motori termici già dal 2027 (invece del 2035): e dov’è il problema? Il motivo è che i parametri dei nuovi motori Euro 7 sono così stringenti che è necessaria una progettazione molto impegnativa e costosa i cui costi, cessandone la produzione nel 2035, on saranno recuperati. Quindi, immagino, tanto vale smettere prima.
Si parla di 120.000 posti di lavoro a rischio, mentre ne erano stimati 70.000 solo pochi mesi fa: il lavoro è importante, ma non è che qualcuno spara numeri a casaccio, visto che sono quasi raddoppiati?
La transizione va fatta, usando tutti gli accorgimenti possibili perché sia equa e non colpisca le fasce  più deboli della popolazione: deve essere ecologica ed equa.
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