L'automobilità



Sono cose che sappiamo e che ci diciamo, ma rileggere ogni tanto questi argomenti aiuta a tenere a mente la direzione che dobbiamo mantenere.
Un interessante articolo scritto da due ricercatori di un Istituto viennese hanno evidenziato quattro atteggiamenti nati dall’affermazione della cosiddetta “automobilità”. La “cultura” dell’automobile produce inquinamento, uccide per strada più di un milione di persone, modifica il paesaggio.
Li riassumo di seguito, per quanto posso aver capito.
Ha modificato l’utilizzo delle strade e stabilito che alcune morti siano “accettabili”: le strade erano fatte per la vita quotidiana delle persone, per vendere oggetti o giocare. Con l’avvento delle auto e l’aumento delle velocità, le strade sono diventate luoghi di scorrimento. Non solo: il pensiero per cui l’auto è libertà e velocità, le morti nei cosiddetti “incidenti” diventano accettabili.
Cancella il ricordo della violenza: gli articoli sugli incidenti stradali sono spesso piuttosto scarni e difficilmente raccontano la storia delle vittime, rendendole numeri e non persone. Nel mondo vengono inaugurati monumenti e lapidi in ricordo delle vittime di guerre o attentati, ma difficilmente si ricordano le vittime di incidenti stradali: per esempio, mettere la bici bianca in ricordo di un ciclista ucciso dal traffico è un gesto generalmente osteggiato dalle autorità.
Un esempio? Io faccio riferimento alle vittime degli attacchi alle torri gemelle: oltre 2.800 morti, mentre in Italia, l’anno scorso, ci sono state quasi 2.400 vittime della strada… nonostante le chiusure.
Sembra che tutto migliorerà con altre auto: ci ripetono continuamente di cambiare auto, ma auto più sicure non hanno portato all’azzeramento delle vittime. Certo, la tecnologia è importante, ma prima di aspettare qualche grande innovazione, basterebbe metterne in atto alcune semplici e a basso costo.
L’automobile è parte di noi: forse lo dimentichiamo, ma la motorizzazione di massa è avvenuta da una sessantina di anni… eppure la consideriamo normale, anzi, quasi naturale. L’automobile consuma spazio attraverso strade e parcheggi, come se questo spazio fosse inutile o, peggio, non avesse nessun valore al di fuori dell’automobilità.
Sono tutte cose che sappiamo, ma rileggerle ancora sono state un pugno nello stomaco. C’e ancora tanto da fare.
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