Amsterdam per un secondo
martedì 14 settembre 2021 | di Patrizio Suppa
E' durato solo un momento, ma mi è sembrato essere senza fine: era mattina, stavo pedalando sul lungarno Vespucci e per un attimo meravigliosamente interminabile mi sono sentito ad Amsterdam. In precedenza non avevo assunto niente di particolare, ma vedere incrociarsi contemporaneamente sulla pista una fila di sette o otto ciclisti in una direzione e quattro o cinque nell'altra è stato stupefacente. L'attimo di estasi è poi finito, ma i ciclisti hanno continuato a passare, più sparpagliati, ma con costanza. Mi permetto di consigliare a chi, per caso, si lamentasse delle troppe auto in giro in città, di prendere una sedia e accomodarsi sul marciapiede con vista sulla ciclabile del lungarno Vespucci e provare invece a lamentarsi delle troppo poche bici, lasciandosi meravigliare dal fatto che comunque i ciclisti ci sono, nonostante tutto. Poi, dopo una pausa di riflessione, dovrebbe essere il momento di tirar fuori vernici, cordoli e rastrelliere e adoperarli perché ci possiamo sentire ad Amsterdam non per un momento, ma tutto il giorno, tutti i giorni.
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