Articolo 21



Viva la Costituzione: tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero, anche con un articolo intitolato “Ciclisti in giro con i figli rischiano la vita, allegria”.
A mia volta, dopo averlo letto, posso manifestare il mio dissenso costituzionalmente garantito.
Non so se io rientri in quel 50% di Italiani (qualcuno dice il 70%) che legge un testo ma non lo capisce, quindi la mia valutazione vale per quello che vale: una prima parte dell'articolo parla della pericolosità del girare in bici e della cialtroneria di molti ciclisti, per poi soffermarsi sul trasporto dei bimbi sulla bici, con l'esempio di una caduta di madre e pargolo vista in diretta.
L'ultimo argomento, è la necessità di un casco che, secondo uno studio francese, ridurrebbe il rischio di lesioni serie alla testa del 70%. Beh, grazie: se ne allacciassi uno ad ogni ginocchio, probabilmente ridurrei anche il rischio di lesioni alle mie ginocchia dello stesso 70%...
Sorvoliamo sul casco, panacea di tutti i mali per chi non va in bici, ma vorrei soffermarmi sul concetto che permea tutto l'articolo: andare in bici è pericoloso e portare un bimbo in bici è “un atto sconsiderato”, per chiudere che questa nostra mania ecologista ci porterà nella tomba, senza inquinare.
La risposta che mi scatta in automatico in questi casi è che 17 milioni di olandesi non possono sbagliare, no? Nell'articolo si parla della pericolosità dell'andare in bici, come se la colpa fosse della bici e non di tutto il caos che c'è intorno: qualcuno ha mai scritto articoli su quanto è pericoloso usare i coltelli in cucina o un seghetto alternativo in garage? Così ci ritroviamo la legittima opinione che l'uso della bici sia pericoloso (e purtroppo lo è, quasi 300 morti all'anno) stigmatizzandone l'uso, senza pensare che la sicurezza dei ciclisti non si ottiene lasciando la bici in cantina, ma migliorando le strutture della mobilità ciclistica e stroncando i comportamenti pericolosi alla guida.
Mi pare così banale da non dover sprecare tempo, vero?
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