Solo qualche giorno fa è stato chiuso un tratto dell’autostrada Firenze-mare per agevolare la cattura di alcuni animali selvatici.
Quello degli animali selvatici che invadono le strade è sicuramente un problema, ma mi pare che qualcuno tenda a calcare la mano sull’allarmismo. Premesso, come sempre, che qualsiasi vita che si spezza per un incidente stradale è uno scandalo, voglio fare due conti con i macabri dati che ho trovato sui giornali e provare a inquadrare il problema senza strepiti.
Secondo l’osservatorio dell’
Asaps (l’Associazione degli amici della Polizia stradale) nel 2018 ci sono stati 148 incidenti stradali con morti o feriti causati dalla collisione con animali. Di questi, 29 sono avvenuti con animali domestici. Ne restano 119.
Tutti questi incidenti hanno tristemente causato 11 morti e 189 feriti: troppi, in ogni caso. Allungando oltre lo sguardo, proviamo a confrontare questi numeri con quelli assoluti. Il risultato è che si tratta dello 0,33% dei morti e lo 0,08% dei feriti in incidenti stradali. Le cause principali degli incidenti stradali sono sempre le stesse: guida distratta (16,3%), mancato rispetto della precedenza (14,2%) e velocità eccessiva (10,2%).
Se quindi vogliamo dire che gli ungulati sono un problema per le coltivazioni, d’accordo, ma per la sicurezza stradale il pericolo esiste, ma le emergenze sono altre.
Io stesso ho avuto più di un incontro ravvicinato con un capriolo, la mattina o il pomeriggio, sulle colline di Scandicci o vicino a Fiesole o al Galluzzo. Non so voi, ma pedalando sono più preoccupato dall'uso dei cellulari da parte degli autisti di furgoncini o gipponi che mi passano troppo vicino.