martedì 24 settembre 2013

Finalmente il Bicipark di SMN, le considerazioni di FirenzeInBici

E' finalmente arrivato il parcheggio bici che tutti aspettavano alla stazione di Firenze Santa Maria Novella. 800 posti bici aperti "eccezionalmente" per i mondiali, ma presto, si spera, a disposizione dei fiorentini. Il parcheggio sarà definitivamente aperto quando sarà completata la rampa di accesso diretto. Per il momento si entra passando dalla galleria commerciale.

Ma è proprio tutto oro quello che luccica? Il presidente di FIAB FirenzeInBici, Massimo Boscherini, ha seguito la cosa fin dall'inizio: "L'intenzione dell'amministrazione comunale era rispondere alla evidente necessità di una grande quantità di posti bici nei pressi della stazione - testimoniata dal fatto che le biciclette sono attaccate ad ogni supporto disponibile - e al contempo levare letteralmente le bici dalla vista, in ossequio ad un curioso concetto di decoro. Da qui l'idea di sfruttare un volume disponibile nel parcheggio sotterraneo della stazione".

Due i problemi di questa impostazione: in primo luogo il parcheggio coperto a pagamento avrebbe allontanato tutti i ciclisti che scelgono la bici perché estremamente economica, portandoli a cercare un palo in superficie, gratuito anche se a rischio rimozione. Il problema del "decoro", tanto caro al comune, non si sarebbe quindi risolto. In secondo luogo una distesa di bici fuori dalla stazione, come se ne vedono in tutte le stazioni nord-europee (Amsterdam su tutte), è soprattutto un grande "spot" alla mobilità sostenibile, oltre ad un servizio al cittadino. Per FirenzeInBici non è evidentemente accettabile dire che la vista delle bici è poco "decorosa".

Le trattative, spiega Boscherini, sono andate avanti a lungo ed hanno coinvolto molti soggetti: il Comune, Grandi Stazioni (la società di FS che gestisce la stazione di SMN), Firenze Parcheggi, oltre a FIAB FirenzeInBici. L'associazione di ciclisti si è fermamente battuta per la soluzione di due parcheggi: uno sicuro a pagamento, nel parcheggio sotterraneo, ed uno gratuito in superficie. In modo tale da rispondere alle diverse esigenze del ciclista desideroso di mettere al sicuro ed al riparo la propria bici, pronto a pagare per avere il servizio, ma anche della persona che cerca un parcheggio economico e "legale", anche se meno sicuro. Ad oggi questa ultima esigenza è stata riconosciuta: il parcheggio di superficie è nelle intenzioni dell'amministrazione e nei progetti di grandi stazioni. Una vittoria per tutti i ciclisti.

Ma come è il nuovo parcheggio? Stefano Pelli ed Alessia Martini, consiglieri di FirenzeInBici, lo hanno provato in anteprima. Il parcheggio adesso è molto bello, pulito e anche molto vuoto, essendo stato appena aperto. Le bici sono collocate su due livelli, in stalli distanziati tra di loro poco più di 40 cm. Ci sono telecamere di sorveglianza ed è presente un addetto. Alessia ha provato a "tirare giù" uno degli stalli superiori, ma ha trovato che serve abbastanza forza, già per abbassarlo vuoto: una donna con forza normale potrebbe avere difficoltà. Con l'uso, probabilmente, il meccanismo si "ammorbidirà". Sarebbe quindi bene, riflette Alessia, che i "gentiluomini" lascino liberi e a disposizione delle signore gli stalli inferiori.

Stefano ha fatto diverse prove per capire se gli stalli sono troppo vicini l'uno all'altro. In effetti, anche se sfalsati in altezza, ci sono notevoli problemi di inserimento, soprattutto se le bici sono dotate di cestini. Non risolve nemmeno mettere le bici alternate (una col manubrio avanti, una col manubrio indietro), perché, al momento di recuperarle, è altamente probabile che le bici si incastrino, stante lo scarso spazio di manovra. Per gli stalli superiori il problema appare ovviamente maggiore, aggiungendosi il rischio di caduta del mezzo, se si sbaglia qualche mossa, dato il minore controllo che si ha sugli spostamenti della bicicletta posta in alto. Ci si domanda se gli stalli siano stati effettivamente messi troppo ravvicinati, oppure se sia solo questione fare un po' di abitudine per mettere a punto la miglior "tecnica". Solo quando gli utenti avranno acquisito la necessaria pratica potremo sapere se i progettisti del parcheggio abbiano esagerato nell' "ottimizzare" lo spazio a discapito della praticità d'uso, che dovrebbe essere sempre una priorità.

“Vedremo con l'uso quanto risulteranno critici i problemi apparsi al primo impatto – conclude Massimo Boscherini - stante che la creazione stessa del parcheggio coperto è indubbiamente da salutare con grande soddisfazione ed è l'aspetto più rilevante di queste considerazioni.”

 


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