di Massimo Boscherini

Nel corso degli ultimi dieci anni, le Depositerie Comunali (dove vengono parcheggiati tutti i veicoli rimossi) hanno cambiato più volte sede. Chi si ricorda di quando le auto potevano essere ritirate alla Fortezza Da Basso? La depositeria bici non è stata da meno: dalla sua sede "storica" in via Circondaria, nel 2004 venne trasferita al famigeratissimo "Lotto Zero" a Ponte a Greve, luogo assai fuori mano e inaccessibile alle biciclette, trovandosi all'ingresso del Ponte all'Indiano. Ultima (per ora) tappa di questo iter è la nuova sede in via Domenico Michelazzi, dietro il deposito ATAF di via Pratese.

Recinzione depositeria Rete da pollaio Quello che segue è un breve reportage fotografico della nostra recente visita alla depositeria. Una prima considerazione riguarda l'ubicazione. Pur non raggiungendo gli estremi del Lotto Zero, anche la nuova sede si trova; in una zona assai periferica. Ben servita dai mezzi pubblici (il 30 passa da via Pratese), raggiungerla in bici è un po' un'avventura, mancando un collegamento protetto con il centro città. All'arrivo in via Michelacci, la prima impressione non è delle migliori: la depositeria è incuneata tra aree industriali, e sormontata dal viadotto ferroviario (che almeno ha il pregio di fornire una minima protezione contro gli agenti atmosferici). L'area è in parte delimitata da una cancellata, e su un lato da una rete da pollaio facilmente scavalcabile, anche in virtù dell'adiacente muretto che separa la depositeria bici dall'area ATAF.

Cartello informativo Distesa di bici All'ingresso, un cartello informa sugli orari di apertura e sui recapiti telefonici.

Tuttavia ciò che più colpisce è l'immensa distesa di biciclette (e rottami) qui accatastate. Queste bici sono destinate in gran parte ad arrugginire nella vana attesa di essere riprese (a caro prezzo) dai loro legittimi proprietari. Poche fortunate saranno recuperate dalla Cooperativa Ulisse, le altre sono già incamminate verso la grande ciclabile dell'aldilà. Tornano in mente le parole del Sommo Poeta:

"e dietro le venìa sì lunghe tratte
di bici, ch'i' non averei creduto
che Cioni tante n'avesse disfatte."

Ciascuna bici rimossa reca una targhetta di plastica con i dati relativi al luogo e alla data di rimozione, uniche informazioni utili al riconoscimento e quindi al ritiro del mezzo. Abbiamo inoltre inonctrato due addetti della SaS che, interrogati a proposito, hanno confermato quanto già documentato circa la macchinosa procedura di recupero delle bici rimosse: Osmannoro (identificazione) - Firenze Nova (pagamento e scartoffie) - Osmannoro (ritiro).


Siti di riferimento:

Viaggio nella nuova discarica depositeria bici

Alla scoperta della terra dei velocipedi perduti (per sempre).

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