Ideologico a chi?



Da quello che ho letto, dopo aver appreso di non essere il benvenuto alla grande manifestazione per il clima dello scorso venerdì, il Sindaco ha commentato con un certo disappunto il prima e il dopo della manifestazione.
Prima di questa, diceva “spero, quindi, che non si alzino muri e non ci sia intolleranza ed esclusione verso chi vuole lavorare per l’ambiente” e dopo invece “c’è il rischio che si possano infiltrare le istanze molto ideologiche basate sulla decrescita felice”.
Beh, dopo aver visto il corteo, posso rassicurare il Sindaco: “le istanze molto ideologiche”, come le chiama lui, erano in bella mostra nel corteo.
Poi, parliamoci chiaro: ideologico è continuare a credere che si possa crescere all’infinito su un pianeta con risorse finite e delimitate. Si può (e si deve) chiedere aiuto alla tecnologia, ma senza un radicale cambio di prospettiva e di modello di società non potremo pensare di fermare le emissioni di CO2: usare una lampada a led che consuma 10 W invece di una classica da 100 W riduce i consumi del 90% ma sposta solo il problema più in là nel tempo. La vera domanda è se possiamo fare a meno di quella lampadina accesa.
I dati dicono che la riduzione della CO2 c’è stata solo nel cuore della crisi economica e finanziaria mondiale, una decina di anni fa. Questo non significa, come dicono i negazionisti, che spendiamo inutilmente i nostri soldi per rincorrere la moda “green”, ma che è necessario cambiare il modello di sviluppo, riducendo il superfluo senza toccare l’essenziale.
Per esempio, chiediamoci se serve un aeroporto più grande o invece è meglio ridimensionare quello che c’è già: è proprio di questi giorni la notizia che la Corte permanente di arbitrato dell’Aia aprirà una sezione a Firenze e, guarda un po’, da quello che si legge sui giornali la nostra città è stata scelta perché “è facilmente raggiungibile da tutto il mondo”. Qualcuno lo dica al Sindaco e agli ultras della nuova pista.

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