Ciclabile rifatta (quasi)
giovedì 11 luglio 2019 | di Patrizio Suppa
Era il 2006 quando fu costruita la ciclabile del lungarno Vespucci. Chiamarla ciclabile è forse troppo, visto che la ciclabile vera e propria è solo nel tratto tra il consolato americano e il ponte Vespucci: il resto è una terribile mista ciclabile sul marciapiede, percorribile solo la mattina presto quando non ci sono i turisti che (giustamente) passeggiano lungo il fiume, mentre auto e furgoni parcheggiati sul marciapiede ciclabile non mancano quasi mai. Nel 2013 ci furono i mondiali di ciclismo, e tutto il lungarno fu riasfaltato, dal consolato fino al ponte alla Carraia. Tutto, tranne la pista, paradosso tutto nostrano in cui si migliorava la strada per qualche ciclista professionista che l’avrebbe percorsa qualche minuto nell’arco di una settimana e trascurando i ciclisti che tutti i giorni usavano la corsia ciclabile. Già allora era piena di buche, ed oggi, finalmente, è in ristrutturazione. Sì, in ristrutturazione, ma come? Premesso che come al solito non sono un esperto, ma per rifarla bastava togliere il vecchio asfalto e rimetterlo nuovo. Invece no: è stato demolito il vecchio cordolo. Ok, mi sono detto, probabilmente le macchine non ce la facevano a togliere e rimettere l’asfalto in quella corsia stretta che è la pista… e invece ancora no: il nuovo cordolo è stato rimontato prima di riasfaltare. E allora mi chiedo: perché demolire un cordolo per rifarlo, visto che la pista non è nemmeno stata allargata? Per metterci un cordolo di pietra invece che di cemento? Era necessario spendere questi soldi in più? Prendiamoci questa nuova asfaltatura, in attesa della promessa nuova pista in sede propria sul resto del lungarno: ce la meritiamo.
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