Tra sabato e domenica sui quotidiani sono apparse due pagine pubblicitarie dell’aeroporto fiorentino che smontano le false notizie sul progetto di ampliamento.
Mi ha colpito il paragrafo sull’inquinamento: “l’aeroporto ha un impatto minimale sul territorio se si confronta con tutte le altre fonti di inquinamento presenti”. Inoltre, “il contributo dell’aeroporto è oggi dell’1% e anche domani sarà limitato ad alcuni punti percentuali rispetto all’intero contesto di emissioni inquinanti”, e l’impatto sarà mitigato da “vasti e diffusi” interventi di piantumazione.
Da quello che capisco, se domani il contributo di inquinamento aeroportuale sarà di alcuni punti percentuali, significa che rispetto all’attuale 1% i valori potranno raddoppiare, triplicare, quadruplicare o aumentare ancora di più.
Venerdì scorso i ragazzi hanno manifestato contro il riscaldamento climatico. Gli accordi di Parigi ci chiedono di ridurre le emissioni del 50% rispetto al 1990 entro il 2030. In Europa, secondo l’agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA), le emissioni di CO2 dovute al traffico aereo nel 2017 sono aumentate del 10% rispetto al 2014, e si prevede un aumento delle emissioni di CO2 del 21% entro il 2040, nonostante il miglioramento dei consumi degli aerei.
Nel 2016 in Europa le emissioni di gas serra dell’aviazione civile sono il 3,6% del totale, il 13,4% del solo settore trasporti.
Mi pare quindi che allungare la pista (a Firenze come altrove) non sia la soluzione migliore. Chi batte le mani a Greta se ne rende conto o no?