No T.A.B. 62
mercoledì 20 febbraio 2019 | di Patrizio Suppa
Uno spettro si aggira per Firenze: lo spettro dell’allungamento delle tramvie. Quasi tutte le opposizioni si alleano per dare santamente una spietata caccia a cotesto spettro… Per sorridere un po’ ho parafrasato una vecchia e famosa citazione, consapevole che a dieci anni dalla messa in esercizio della prima tramvia e a meno di dieci giorni dall’avvio dell’ultima, la politica cittadina è ancora a dibattere se proseguire con la tramviarizzazione della città. Mi pare che i numeri non diano scampo: un mezzo pubblico affidabile, veloce e in sede propria è estremamente gradito e quindi utilizzato. Uno degli argomenti usati a suo tempo dai contrari era lo sbilanciamento delle linee verso ovest e la sola ipotesi di ampliamento ad est della città, e ora che si comincia a parlarne in modo più concreto ripartono le discussioni. Le dichiarazioni della Soprintendenza hanno riacceso le polveri: l’opposizione a spostare i filari degli alberi dei viali ha trasformato un giudizio sul merito nella bocciatura dell’opera, ma non è così. Spuntano alcune ipotesi su come concretizzare il progetto: interrare la tramvia, sacrificare i parcheggi, creare dei controviali o addirittura (scandalo!) eliminare la ciclabile dai viali. Non se ne parla: la ciclabile storica fiorentina, nata per i mondiali del ‘90, non si tocca. Anzi, quasi quasi chiederei all’Unesco di dichiararla patrimonio dell’umanità. Teniamo dritte le antenne, e attenti alle idee balzane che spuntano all’improvviso.
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