Non chiamatelo ricatto



Trovate voi la parola giusta: la lingua italiana è ricca di parole con tante sfumature di significato.
Il più grande produttore di auto italiano (sempre che questo aggettivo sia correttamente utilizzato), per bocca del suo amministratore delegato, dopo aver annunciato investimenti per gli stabilimenti italiani (per produrre gipponi, anche ibridi, la 500 elettrica e così via) ha detto che probabilmente tutto sarà ridimensionato a causa della famosa “ecotassa” sulle auto inquinanti.
L’Unione Europea ha come obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2030 e un industriale che deve fare investimenti si inquieta se il governo mette una tassa sulle auto inquinanti? E come pensava che tutta l’Unione arrivasse a ridurre le emissioni? Abolendo il riscaldamento di casa?
Tutto questo mi pare la dica lunga sulla capacità progettuale e di innovazione di questi signori.
Le dichiarazioni dei sindacati sono stupefacenti: invece di pungolare il manager per investire nel futuro ecco che tassare le auto in base alle emissioni di CO2 “è un «crimine» verso i lavoratori”.
Come se i lavoratori non respirassero, o non vivessero su un pianeta surriscaldato.
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