Il servizio di bike
sharing è un successo, o almeno sembra: qualcuno gongola dicendo che
a Firenze ci sono 200.000 iscritti, ma sarei curioso di vedere quanti
di questi siano effettivamente i residenti.
Ma non è questo su
cui vorrei soffermarmi: mi preme invece ricordare di come a qualcuno
la bici condivisa faccia tirare fuori fuori il peggio di sé.
Tralascio quelli che
le buttano sugli alberi o nei fiumi, visto che sono semplicemente
vandali: quelli su cui sarebbe interessante fare un’indagine
antropologica sono quelli che le prendono e le lasciano dove gli
viene, senza pensare che anche se condivisa ed ecologica, anche la
bici può essere d’intralcio e pericolosa. Altri la guidano come se
fossero nella pista degli autoscontri: vanno contromano, ti tagliano
la strada, girano come se intorno non ci fossero auto, camion e
pedoni.
Non sono molti, per
fortuna, ma sono molto determinati nel raggiungere il risultato
peggiore possibile (per gli altri).