E' finita! Salvo complicazioni è il momento di festeggiare la liberazione della città dalle macchine verde pisello, con tutta la compagnia di sparatorie, sgommate, strade chiuse e rimozioni forzate.
Ho notato con una certa soddisfazione che anche uno dei quotidiani cittadini ha espresso forti perplessità (diciamo così) su questa operazione in città.
Firenze non ha bisogno di uno spot con 17 minuti di sgommate e inseguimenti per farsi pubblicità, tanto più per una miseria di 500 mila euro, usata come fondale e con particolari inesistenti, come i motorini parcheggiati davanti al battistero, i tavolini davanti al palazzo Medici Riccardi (neanche fosse un bar), al posto della rotonda di piazza Goldoni, e chissà cos'altro.
Ci si lamenta dei turisti che si siedono sugli scalini per mangiare un panino e poi si diffonde nel mondo l'immagine di una città dove il Rinascimento va a braccetto con l'Inseguimento. Come ho già scritto, prima di stare dentro l'immaginario contemporaneo, starei dentro al reale contemporaneo. Ah, ecco qua il reale contemporaneo: l'auto verde pisello bloccata in coda mentre si sposta da un luogo ad un altro. Questa è Firenze, ma non la vedremo nel filmone.